Rapporto di agenzia, variazioni di zona, clienti, provvigioni e prodotti: cosa fare in caso di modifica al contratto da parte delle case mandanti

Roma, 23 giugno 2022 – Quando arriva una modifica al contratto da parte di una delle vostre case mandanti, la prima cosa che bisogna fare è quella di calcolare l’incidenza di quella variazione sul guadagno con quell’azienda nell’anno precedente o nei 12 mesi precedenti la variazione, nel caso in cui l’anno precedente non sia stato lavorato per intero.

Esempio: Nel 2021, a fronte di un fatturato di € 714.285,72 , avete percepito € 50.000,00 lordi di provvigioni per effetto di una provvigione del 7% (contratto plurimandatario). Il 1° giugno 2022 avete ricevuto una PEC della casa mandante dove vi comunica che, a partire dal 1° agosto 2022, la vostra provvigione diventerà del 6%. Sulla base di quanto previsto dagli AEC, come prima cosa dovete calcolare la vostra percentuale di perdita quindi, applicando la nuova provvigione del 6% al fatturato sviluppato nel 2021 (€ 714.285,72), risulta un compenso di € 42.857,14 ossia il 14,28% circa in meno. A questo punto dovete verificare se il vostro contratto di agenzia richiama gli AEC del commercio o dell’industria perché:

• Se richiama gli A.E.C. del COMMERCIO: si tratta di una variazione di media entità per la quale avevate diritto a 2 mesi di preavviso, cosa che la casa mandante ha rispettato nell’esempio che abbiamo fatto. Se la casa mandante avesse reso operativa da subito la variazione, avreste avuto diritto a un’indennità sostitutiva calcolata sulla base di quanto previsto dagli A.e.c. Il proseguimento del rapporto dopo la variazione non incide sul diritto a percepire l’eventuale indennità sostitutiva.
• Se richiama gli A.E.C. dell’INDUSTRIA: si tratta di una variazione di media entità che l’agente può decidere di non accettare rispondendo entro 30 giorni dal ricevimento della comunicazione. Una volta ricevuta questa risposta da parte dell’Agente, la comunicazione relativa alla variazione si trasforma automaticamente in disdetta dell’intero contratto, per iniziativa della casa mandante, con il preavviso previsto per la chiusura completa del rapporto. Per fare un esempio sul caso concreto, supponiamo il rapporto avesse una durata di 3 anni. L’agente, come dicevamo sopra, ha ricevuto la modifica il 1° giugno 2022 e il 15 giugno del 2022 risponde di non voler accettare questa modifica. Nel momento in cui la casa mandante viene a conoscenza della risposta dell’agente, la lettera di modifica del 1° giugno 2022 si trasforma automaticamente in lettera di disdetta del contratto di agenzia per iniziativa della casa mandante ed il preavviso diventa di 3 mesi (preavviso previsto per i contratti a tempo indeterminato con una durata di 3 anni). Durante questi 3 mesi l’azienda non può rendere operativa la variazione e, finito questo periodo di tempo, l’agente avrà diritto a ricevere tutte le indennità di fine rapporto previste (Firr, indennità suppletiva di clientela e, se dovuta, l’indennità meritocratica).

Questo è un esempio tra i più “semplici”, ma può essere molto utile per capire che le casistiche sono molte e gestirle senza una profonda conoscenza della materia può essere estremamente dannoso per voi. E’ per questo motivo che, in caso di variazione, è sempre bene farsi seguire e consigliare dal personale esperto del sindacato. E se il contratto di agenzia non richiama gli Accordi Economici Collettivi? E se li richiama, ma non indica se sono quelli del Commercio e dell’Industria? Questi sono casi che andranno approfonditi di volta in volta ma il problema sta alla fonte: quando firmate un contratto di agenzia dovete assicurarvi che venga richiamato l’Accordo Economico Collettivo e, cosa altrettanto importante, venga indicato chiaramente se si tratta di quello dell’industria o del commercio.