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Agenti di Commercio, lavoratori autonomi o dipendenti?

NewsPubblicato il 27 giugno 2023

Roma, 21 giugno 2023 – Agenti di Commercio, lavoratori autonomi o dipendenti? Il dubbio spesso sorge per via di alcune clausole all’interno del contratto di agenzia, metodi di pagamento dei compensi attraverso somme fisse mensili, oppure per effetto delle richieste che la casa mandante fa all’agente durante lo svolgimento dell’attività. Ogni caso va analizzato da personale esperto perché, in caso di contenzioso legale, per la corretta qualificazione giuridica del rapporto il giudice dovrà fare, attraverso le prove e/o la documentazione fornite dalle parti in causa, un’analisi delle modalità con le quali la prestazione è stata eseguita.

La giurisprudenza ha stabilito, infatti, che per sostenere l’esistenza di un rapporto subordinato, anziché autonomo, devono sussistere gli elementi di cui all’Articolo 2094 del Codice Civile: “E' prestatore di lavoro subordinato chi si obbliga mediante retribuzione a collaborare nell'impresa, prestando il proprio lavoro intellettuale o manuale alle dipendenze e sotto la direzione dell'imprenditore”. In sostanza, l’agente di commercio dovrà portare le prove in merito all’esistenza di puntuali e costanti direttive da parte del datore di lavoro, oltre alla richiesta di un obbligo di presenza o rispetto di un orario di lavoro. Dovrà altresì dimostrare l’esistenza di controlli costanti sul suo operato, il suo obbligo ad operare per un’unica azienda e l’eventuale utilizzo di sanzioni disciplinari da parte del datore di lavoro.

Il pagamento di un compenso fisso mensile, da solo, non è sufficiente per dimostrare l’esistenza di un rapporto subordinato né tantomeno la sola richiesta di rapporti scritti periodici sull’attività svolta, che peraltro sarebbero vietati dall’Accordo Economico Collettivo. Intraprendere un’azione di questo tipo, inoltre, potrebbe avere anche degli svantaggi per l’agente di commercio sotto l’aspetto fiscale; gli agenti di commercio possono dedurre determinate spese legate all’attività, cosa che non è consentita al lavoratore subordinato.

Stessa cosa per la deducibilità dei contributi Enasarco, cosa che verrebbe meno in caso di riconoscimento del lavoro dipendente. un’azione legale per far riconoscere come subordinato un lavoro autonomo può essere quindi molto complessa a livello probatorio e può riservare amare sorprese a livello fiscale.

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